Riflessioni su CVE e l’Europa Digitale

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Riflessioni su CVE e l’Europa Digitale

Riflessioni su CVE e l’Europa Digitale

No, non sono convinto del fatto che la dipendenza eccessiva dalle infrastrutture critiche gestite da enti statunitensi sia una soluzione sostenibile per l’Europa.
Lo dico chiaro e tondo: è un rischio significativo per la nostra autonomia strategica.
Per anni ho sentito ripetere questa stessa affermazione, e la penso esattamente allo stesso modo.
Credo fermamente nella necessità di costruire un database europeo indipendente per la gestione delle vulnerabilità informatiche.
Penso che sia un passo fondamentale per proteggere i nostri sistemi ed evitare di dipendere da soluzioni esterne, soprattutto quando quelle soluzioni possono essere soggette a pressioni geopolitiche o, peggio ancora, a interruzioni inaspettate.
Ad esempio, la Cina ha già da tempo messo in piedi un proprio sistema.
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e non abbiamo motivo di pensare che sia meno affidabile o sicuro.
Dobbiamo prendere sul serio le conseguenze di una dipendenza continua.
Pensateci: se un giorno la spina dorsale della cybersecurity occidentale, come CVE, dovesse bloccarsi o essere compromessa – e non è mai troppo tardi per temere il peggio – cosa faremmo? Sarebbe un disastro, e un disastro che avremmo in gran parte causato noi stessi.
È importante avere una visione d’insieme e valutare attentamente le nostre opzioni.
Il futuro della nostra sicurezza informatica dipende dalla nostra capacità di prendere decisioni strategiche, non di affidarci ciecamente alle soluzioni altrui.
Dobbiamo investire nel nostro futuro digitale, rendendolo resiliente e autonomo.
È una sfida complessa, ma è una sfida che dobbiamo affrontare con determinazione.

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